Studio su bambini e adolescenti con leucemia linfoblastica acuta: probabilità di recidiva molto più basse se si somministrano sia radiazioni che farmaci. Ruolo-chiave dell’Italia.
La radioterapia è superiore alla sola chemioterapia nella preparazione al trapianto di midollo osseo dei bambini con la leucemia linfoblastica acuta. A dimostrarlo è uno studio internazionale, con un ruolo deciso del nostro Paese, che è stato presentato durante la sessione principale dell’ultimo congresso dell’EHA (European Hematology Association).
380 bambini e adolescenti si ammalano.
La leucemia linfoblastica acuta: è il tumore più frequente dell’età pediatrica e colpisce ogni anno circa 380 bambini e adolescenti in Italia. Nella maggior parte dei casi si cura con chemioterapia o (quando indicati per il tipo di malattia) con i farmaci a bersaglio molecolare, ma nei bambini che sono più a rischio di avere una ricaduta perché il tumore appare fin dagli esordi più aggressivo o non risponde ai trattamenti si procede con un midollo di trapianto osseo. È in questo contesto che s’inserisce il nuovo studio, condotto in 17 Paesi dei 5 continenti, con il fondamentale contributo dei centri di trapianto pediatrici affiliati ad AIEOP (Associazione Italiana Ematologia e Oncologia Pediatrica). I risultati della sperimentazione, esposti durante il congresso EHA da Christina Peters, del Children’s Cancer Research Institute di Vienna, aprono uno scenario nuovo e importante, perché l’efficacia del trapianto di midollo è il presupposto indispensabile per le probabilità di guarigione dei piccoli pazienti.