Colpire il pathway del colesterolo potrebbe avere benefici terapeutici nei pazienti con leucemia mieloide acuta. A suggerirlo è un’analisi effettuata sulla coorte dei pazienti recidivati/refrattari dello studio SWOG S0919, pubblicata di recente sulla rivista Leukemia Research. Le cellule della leucemia mieloide acuta richiedono alti livelli di colesterolo per la loro sopravvivenza e quindi colpire il pathway del colesterolo rappresenta una potenziale opzione terapeutica per la malattia, inoltre, si è visto che l’inibizione della sintesi e dell’up-take del colesterolo sensibilizza i blasti della leucemia mieloide acuta nei confronti della chemioterapia e i ricercatori hanno scoperto che la combinazione di pravastatina più la chemioterapia è attiva nei pazienti con leucemia mieloide acuta recidivante/refrattaria. Uno studio di fase II su pravastatina ad alte dosi somministrata in combinazione con idarubicina e citarabina ha mostrato un tasso di remissione completa impressionante (75%). Tuttavia, questo risultato è stato ottenuto in una popolazione con un profilo di rischio favorevole, in quanto i pazienti dovevano essere in remissione completa o remissione completa con recupero ematologico incompleto da almeno 3 mesi dalla chemioterapia più recente. “Studi preclinici condotti presso il Fred Hutchinson Cancer Research Center hanno suggerito che le cellule neoplastiche nella leucemia mieloide acuta potrebbero dipendere dalla sintesi del colesterolo per la sopravvivenza e bloccare la sintesi e l’assorbimento del colesterolo sembra rendere queste cellule cancerogene più sensibili alla chemioterapia, la modalità principale per il trattamento di leucemia mieloide acuta” ha dichiarato uno degli autori, Harry P. Erba, della University of Alabama di Birmingham e presi-dente del comitato per le leucemie del Southwestern Oncology Group.